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di Serge Gainsbourg, con Claude Berri, Aurore Clément, Richard Bohringer, Elodie
(Francia, 1989)
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Fisicamente e creativamente impotente, uno sceneggiatore è costretto per campare a dar lezioni private a ginnasiali: da cui, Lolite, esibizionismo, prigione e suicidio. Più che un film scandaloso, più che un film provocatorio, STAN THE FLASHER è un film sulla premonizione della morte: Claude Berri (la sua interpretazione è sicuramente la sola cosa memorabile del film), la carne flaccida, il ventre bianco proteso senza ritegno mentre si siede sul bidè è l'immagine dell'uomo disfatto dal proprio vigore, privato della propria dignità, rassegnato alla propria disperazione. Filmato con coerenza stilistica - tutto nei toni glauchi e traslucidi che anticipano le degradazione del fisico, nella cura quasi esasperante delle inquadrature - da qualcuno che già in passato aveva dimostrato di esser padrone di un proprio mondo espressivo, il film ha tutto, sulla carta, per testimoniare la disperazione, non disgiunta da una sovrana derisione, di un artista come Gainsbourg. Che, notoriamente, ama flirtare, oltre che con le Lolite, con il proprio disfacimento fisico. Con tutto ciò -e forse a causa di tutto ciò che nel film è eloquentemente sottolineato- la rivolta, la rabbia e la disperazione dell'autore finiscono per restare nella penna. La presenza di Claude Berri garantisce una forza d'urto alle immagini: che sono altrimenti condizionate da uno stile prigioniero, quasi sua malgrado, d'un universo del clip alla moda, di una filosofia che dello spleen disperato ha fatto un oggetto di consumo eccessivamente mediatizzato.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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